
Perché la tracciabilità delle sostanze chimiche è la nuova sfida per la pelletteria di lusso
Dalla fine del 2024 sono entrate in vigore nuove normative per i prodotti tessili e, in misura minore, per il cuoio. Queste normative, stabilite dall’UE, rafforzano la protezione dei consumatori regolamentando la presenza di sostanze chimiche nei prodotti tessili (come il bisfenolo A) e nel cuoio(come i PFAS²). Nello specifico, a partire dal 2026, il regolamento REACH introdurrà limiti specifici per il cuoio.
Queste due sostanze sono state più volte segnalate dall’ANSES³ per i possibili rischi per la salute e fanno parte delle sostanze chimiche che il programma ZDHC⁴, un’iniziativa di marchi e distributori di prodotti tessili, mira a limitare e/o eliminare. Tra i firmatari figurano grandi nomi del lusso: LVMH, Kering, OTB, Burberry et cetera.
Tuttavia, queste sostanze chimiche sono ancora ampiamente utilizzate nel processo di concia. Come possono le maison di lusso conformarsi alla nuova normativa garantendo al contempo un prodotto di alta gamma ai propri clienti?
I nostri esperti vi offrono una panoramica dei processi di concia, dei rischi in caso di mancato rispetto della legge ed, infine, delle soluzioni di tracciabilità da implementare per garantire la qualità dei prodotti e proteggere la salute dei consumatori.
I prodotti chimici necessari al processo di concia
Sebbene sempre più controversi, i prodotti chimici come il bisfenolo e i PFAS consentono di trasformare il cuoiola ed offrire ai clienti un prodotto di qualità. Vi proponiamo un approfondimento sul processo di concia e sull’utilità dei prodotti chimici per gli articoli di alta gamma.
- La concia chimica, un processo molto diffuso per la trasformazione del cuoio
Le pelli provenienti dal macello arrivano ricoperte di sale e di peli. Una volta in conceria, le pelli vengono immagazzinate in attesa di essere selezionate allo stato grezzo e viene loro assegnato un numero di lotto del macello con la bolla di consegna.
Viene effettuata una prima selezione in base a 3 categorie di peso (pelli inferiori a 12,5 kg; superiori a 16,5 kg; tra 12,5 kg e 16,5 kg). La concentrazione di prodotti chimici varia a seconda del peso, da cui la suddivisione per categoria.
Le pelli grezze vengono inviate ai folloni (strumenti utilizzati nel processo di concia ) per il processo denominato “Wet Blue” (WB). Successivamente, viene effettuata una nuova selezione in base alla qualità visibile della pelle considerando la presenza di difetti dovuti all’allevamento (tignola, parassiti, graffi, ecc.), alla macellazione (tagli, fori) e alla concia (segni di anelli ecc.).
Dopo il Wet Blue (WB), e fino alla selezione finale, vengono aggiunti ulteriori prodotti chimici, tra cui il bisfenolo. La selezione finale si basa sulla qualità delle pelli al termine della concia.
Scarto grezzo | Scarto Wet Blue (WB) | Scarto finito |
- Il bisfenolo, una sostanza utile ma sempre più limitata
Il bisfenolo viene applicato durante la concia, in conformità con le buone pratiche definite dal Centro Tecnico del Cuoio5. Esistono diversi tipi di bisfenolo: A, B, S, et cetera , la maggior parte dei quali ha una nocività dimostrata dalla comunità scientifica. Tuttavia, l’86% delle pelli ne contiene tracce. Infatti, il bisfenolo conferisce alla pelle un aspetto più liscio grazie ad una resina (il poliepossido o “resina epossidica”). Questo trattamento aggiunge alla pelle una texture con proprietà estetiche apprezzabili, particolarmente ricercate nei prodotti di alta gamma.
La graduale eliminazione del bisfenolo comporterà inevitabilmente delle sfide per la produzione di cuoio. I dipartimenti di ricerca e sviluppo dell’industria chimica sono alla ricerca di nuovi sostituti che consentano un risultato visivo equivalente. Dal punto di vista economico, le concerie potrebbero preferire smaltire le scorte di bisfenolo esistenti piuttosto che sostituirle immediatamente con alternative più costose.
Sanzioni in caso di mancato rispetto della normativa
Nel quadro del regolamento REACH è stato proposto un limite di 500 ppm per i bisfenoli presenti nella pelle, con un periodo transitorio di cinque anni a partire dall’entrata in vigore della restrizione. Secondo la stessa proposta, tale soglia dovrebbe poi essere abbassata a 10 ppm, il che porterebbe la scadenza al 2030 se il calendario previsto fosse rispettato. Il mancato rispetto di queste future norme, una volta adottate, comporterà conseguenze normative nell’ambito degli obblighi previsti dal REACH6.
- Responsabilità penale: le autorità competenti possono infliggere ammende in caso di mancato rispetto degli obblighi previsti dal regolamento REACH. L’importo può variare a seconda della gravità della violazione. In alcuni casi gravi di non conformità, possono essere adottate misure penali nei confronti dei responsabili.
- Divieti di immissione sul mercato: i prodotti contenenti sostanze chimiche non conformi al REACH possono essere vietati o ritirati dal mercato dell’Unione europea.
- Obbligo di dichiarazione: le aziende possono essere tenute a dichiarare le sostanze presenti nei loro prodotti e a fornire ulteriori informazioni alle autorità competenti.
- “Name & Shame”: divulgazione pubblica dei nomi delle aziende non conformi.
Implementare la tracciabilità lungo tutta la catena logistica
L’implementazione di metodologie efficaci di tracciabilità è essenziale per valutare l’uso del bisfenolo nei prodotti contenenti pelle.
- Una soluzione di tracciabilità a brevissimo termine
Consisterebbe nella gestione tramite EDI (= scambio elettronico di dati) delle informazioni relative al bisfenolo. La conceria invierebbe quindi una lettera di impegno a testimonianza della sua buona fede. Potrebbero essere effettuati controlli a campione su un numero di pelli da definire. Queste informazioni aggiuntive verrebbero quindi inserite nella bolla di consegna.
Sebbene questa soluzione garantisca la conformità alla normativa dal punto di vista legale, non è scalabile. Al di fuori dei test chimici, non c’è alcun modo per le case di lusso di garantire che il 100% delle scorte di prodotti sia conforme ai limiti fissati dalla normativa REACH e dal programma ZDHC. Inoltre, questi controlli chimici sono molto costosi e non potrebbero quindi essere effettuati sull’intero stock. Di conseguenza, non consentono di attestare che l’intero volume sia effettivamente conforme.Nell’eventualità in cui l’adozione di questa soluzione rivelasse il superamento delle soglie di conformità, si dovrà stabilire un processo decisionale chiaro. In questo caso, sarebbe possibile una rapida riassegnazione dei prodotti interessati al mercato asiatico?
- Implementazione di una soluzione di tracciabilità a medio-lungo termine
–Livello 1 Conceria: ad ogni selezione e distribuzione delle pelli, deve essere assegnato un numero di lotto. Questo numero di lotto funge da chiave per collegare tutte le informazioni relative alle sostanze chimiche utilizzate durante il processo di concia. Questo sistema garantisce la tracciabilità della composizione chimica di ogni lotto e assicura che ogni lotto abbia ricevuto il corretto dosaggio di ogni sostanza (es. bisfenolo).
– Livello 2 Fornitori: i fornitori integrano nel proprio sistema i dati di tracciabilità provenienti dalla conceria, inclusi i dati transazionali. Per ogni utilizzo di materie prime (parziale o totale), il fornitore associa il prodotto finito al numero di lotto della conceria. Al fine di garantire la flessibilità del sistema, i fornitori possono utilizzare la propria codifica interna, a condizione che sia mantenuto il collegamento con il numero di lotto fornito dalla conceria.
– Livello 3 Maison di lusso: i dati sulle sostanze chimiche vengono integrati nella piattaforma dati, consentendone l’integrazione con i sistemi ERP e PLM e la generazione di KPI specifici per prodotto. Questa soluzione di tracciabilità, progettata per adattarsi alle future evoluzioni normative, garantisce la conformità anche in presenza di limiti sempre più stringenti, come il target di 20 ppm previsto per il 2027.
Sostenere la transizione verso la sostenibilità grazie alla tracciabilità dei prodotti a 360°
Adottando una soluzione di tracciabilità a medio-lungo termine, le Maison potrebbero rispondere a numerose problematiche e creare sinergie con altri progetti.
- Il passaporto digitale: composto dagli elementi di tracciabilità riportati dal numero di lotto e completato dai documenti descritti nella soluzione (ovvero i documenti transazionali e dichiarativi) e dalla CITES. Per approfondire l’argomento, i nostri esperti hanno analizzato il testo di legge sul passaporto digitale qui: Il lusso si prepara al passaporto digitale dei prodotti.
- La tracciabilità di tutte le altre sostanze chimiche: il PFAS (già regolamentato in California), così come altre sostanze, tenderà ad essere regolamentato e tracciato. Il metodo sopra proposto consentirebbe una tracciabilità completa della pelle per tutte queste sostanze.
- La lotta alla contraffazione: senza arrivare a un passaporto digitale, l’approccio alla tracciabilità può fornire maggiori informazioni sull’origine del prodotto e integrarsi con le tecnologie esistenti (RFID, NFT, ecc.) nei prodotti finiti.
- La seconda vita dei prodotti: nel passaporto digitale possono essere aggiunte anche informazioni sulla proprietà. Ciò costituirebbe un’ulteriore garanzia per l’acquirente.
- Miglioramento della qualità del cuoio: la soluzione proposta prevede l’identificazione dei lotti a partire dalla conceria, con la possibilità di risalire fino al macello. La tracciabilità permetterebbe di identificare le pelli con difetti pre-concia (tagli/fori causati dalla macellazione) e problemi emersi durante la concia, consentendo una segnalazione più tempestiva di tali anomali.
- La sicurezza della filiera: la tracciabilità delle fasi di trasformazione dei prodotti offre l’opportunità di risalire la filiera fino al macello. Con il numero di lotto, il macello può risalire alle aziende agricole e agli animali contenuti in quel numero di lotto. Tuttavia, è importante notare che in quel numero di lotto saranno incluse diverse aziende agricole e non sarà possibile offrire una distinzione qualitativa avanzata.
- Il percorso del carbonio/bilancio del carbonio: La tracciabilità per lotto, facilitando l’identificazione degli attori lungo la filiera, promuove una maggiore trasparenza sulle questioni di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) legate all’ambiente. In prospettiva, questo sistema potrebbe consentire la tracciabilità dei prodotti impiegati nei processi della catena di approvvigionamento, inclusa la misurazione della loro impronta di carbonio
CONCLUSIONE
Per rispondere alle sfide poste dalla tracciabilità del bisfenolo, è indispensabile includere i processi di concia delle pelli, poiché questi rappresentano i momenti chiave della produzione in cui vengono utilizzati prodotti chimici. Adottare la tracciabilità per lotto a partire dalla conceria significa assumere una posizione di leadership nella gestione delle sostanze pericolose. Questa soluzione, oltre a permettere di controllare il bisfenolo, offre la flessibilità necessaria per rispondere a future normative. In un’epoca segnata da sfide sanitarie e climatiche, le Maison di lusso hanno la responsabilità di agire in modo proattivo per garantire la sicurezza dei propri prodotti e la sostenibilità della filiera.
Adone Conseil supporta i tuoi progetti di trasformazione digitale con un approccio pragmatico basato sull’eccellenza e sulla conoscenza del business.
1 Regolamento REACH n. 1907/2006, regolamento sui biocidi n. 528/2012, Regolamento sugli inquinanti organici persistenti “POP” n. 2019/1021 organiques persistants « POP » n°2019/1021
2 Per e polifluoroalchilati
3 Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro – anses.fr
4Zero Discharge of Hazardous Chemicals (Zero scarichi di sostanze chimiche pericolose)
5 Associazione professionale che riunisce gli attori del settore
6 Consiste nel referenziare ed autorizzare un elenco armonizzato di prodotti chimici sul territorio dell’Unione Europea